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martedì 29 marzo 2011

Energia, la lezione dei comuni "Siamo verdi e autosufficienti"

 

Presentato il dossier di Legambiente sulla diffusione delle rinnovabili nei municipi. Quelli che riescono a fare da soli con vento, sole e biomasse sono quasi mille, e il numero è in continua crescita. "Altro che contributo marginale" di VALERIO GUALERZI

ROMA - Un comune su otto in Italia è autosufficiente dal punto di vista elettrico grazie a sole, vento, biomasse e geotermia; a Lecce si produce più elettricità verde di Friburgo, la celebrata capitale tedesca del fotovoltaico; nel 94% dei municipi italiani è presente ormai almeno un impianto rinnovabile. Accusate di essere troppo costose, marginali e inaffidabili, le fonti verdi si prendono la loro rivincita e lo fanno con "Comuni Rinnovabili 2011", il dossier di Legambiente che fotografa la diffusione delle micro centrali ad energia alternativa sul territorio nazionale.

Giunto alla sua sesta edizione, il rapporto illustrato oggi a Roma è "la migliore risposta a chi continua a sostenere che il contributo delle fonti rinnovabili sarà comunque marginale nel futuro del Paese". Una presentazione che ha molto il sapore di un "pride". "Per capire come stanno davvero le cose - spiega il curatore del rapporto Edoardo Zanchini - occorre guardarle nella giusta prospettiva. Se continuiamo a raccontare la questione energetica partendo dalle potenzialità d'installazione delle fossili è chiaro che non c'è gara, ma se scendiamo sul territorio per capire come le comunità rispondono alle esigenze locali allora i numeri ci danno ragione e ci rendiamo conto che gli obiettivi fissati dall'Unione Europea sono raggiungibili con incredibili vantaggi per tutti".

GUARDA L'INTERATTIVO 1

"Grazie a questi impianti - si legge nella premessa del documento - si sono creati nuovi posti di lavoro, portati servizi, riqualificati edifici e creato nuove prospettive di ricerca applicata, oltre, naturalmente, a una migliore qualità della vita... senza dimenticare bollette meno salate". Le cifre di questa rivoluzione che ci sta avvolgendo silenziosamente sono eloquenti. Il rapporto "racconta un salto impressionante nella crescita degli impianti installati nel territorio italiano. Sono 7.661 i Comuni in Italia dove si trova almeno un impianto. Erano 6.993 lo scorso anno 2, 5.580 nel 2009. In pratica, le fonti pulite che fino a 10 anni fa interessavano con il grande idroelettrico e la geotermia le aree più interne, e comunque una porzione limitata del territorio italiano, oggi sono presenti nel 94% dei Comuni. Ed è significativo che cresca la diffusione per tutte le fonti, dal solare fotovoltaico a quello termico, dall'idroelettrico alla geotermia ad alta e bassa entalpia, agli impianti a biomasse e biogas integrati con reti di teleriscaldamento e pompe di calore".

Una forza tanto irresistibile quanto discreta che, denuncia ancora Zanchini, "finisce quasi sempre per essere sottorappresentata". Come testimonia il caso di Tocco da Casauria 3, municipio premiato lo scorso anno dal Rapporto, ignorato in Italia, e innalzato a esempio virtuoso per il mondo intero dalla prima pagina del New York Times. Le esperienze raccontate e catalogate nel Rapporto, si legge ancora nella premessa, "mettono il nostro paese senza che ve ne sia la consapevolezza, nel gruppo di punta della ricerca internazionale". Zanchini, oltre a Friburgo, cita quindi il caso di Samso 4, l'isola danese a emissioni zero. "Lì - spiega - la vocazione alla sostenibilità pubblicizzata globalmente è divenuta motivo di attrazione turistica, ma in Italia la percentuale di realtà simili è altissima e in continua crescita".

Il Rapporto 2011 esalta in particolare i comuni alpini di Morgex e Brunico per la loro capacità di diventare 100% rinnovabili, non solo per i consumi elettrici ma anche per quelli termici (riscaldamento e acqua calda), attraverso un mix di fonti diverse. Un contributo decisivo, così come avviene per gli altri 18 municipi italiani che possono vantarsi  di essere completamente autosufficienti, arriva in particolare dagli impianti di teleriscaldamento a biomasse. Il bacino delle realtà locali virtuose si allarga poi massicciamente se ci si limita a prendere in considerazione l'indipendenza elettrica. In questo caso il numero di municipi 100% rinnovabili balza a quota 964. Importante, per capire davvero la portata del fenomeno, il fatto che nella classifica dei migliori accanto alle "solite" piccole comunità di montagna inizino ad affacciarsi anche delle vere e proprie città e località del meridione. Un capoluogo di provincia come Treviso riesce ad esempio a coprire il 100% del fabbisogno elettrico dei residenti, mentre tra i comuni che raggiungono l'autosufficienza ci sono anche Isernia, Agrigento e Lecce.

"Anche il Sud  comincia a muoversi - conclude soddisfatto Zanchini - ma per dare continuità a questa straordinaria rivoluzione occorre semplificare le normative d'autorizzazione, dare certezze agli investimenti, avviare serie politiche di efficienza energetica e iniziare gli indispensabili interventi di adeguamento della rete alle nuove caratteristiche della microgenerazione distribuita". In altre parole occorre che veda finalmente la luce il Piano energetico nazionale atteso ormai da anni e che sia un piano orientato alla sostenibilità.
(29 marzo 2011)

UNIAMO LE FORZE



Caro collega

Desidero prima di tutto ringraziarTi per la Tua disponibilità a sostenere la nostra azione.

Inserirò il Tuo indirizzo in uno specifico archivio e riceverai QUOTIDIANAMENTE tutti gli aggiornamenti circa questa iniziativa che, come scoprirai strada facendo, ha obiettivi più ambiziosi di una semplice manifestazione di protesta.

A questo punto Ti chiedo di fare qualche telefonata e convincere qualche Tuo collega, amico, fornitore, concorrente (su questo argomento i concorrenti non esistono…. O ci salviamo o anneghiamo tutti ) oppure gira la nostra mail a tutto il Tuo archivio chiedendo la loro solidarietà.

Siamo già arrivati a quota 1.000 veicoli nelle prime 36 ore! Vogliamo essere almeno 3-4.000!

Chiedi la collaborazione di tutti coloro che lavorano con Te, vanno bene auto, furgoni, camion, betoniere, autoscale, cestelli anche anonimi

(ci penseremo noi a fornirTi manifesti per rendere visibili e uniformi i veicoli).

La manifestazione si svolgerà a ROMA e dobbiamo essere tanti, vogliamo fare un serpentone lunghissimo, rumoroso e colorato che cinga d'assedio la città.

Presto riceverai altri dettagli

RICORDA VENERDI' 8 APRILE TUTTI A ROMA!

Un cordiale saluto

FOTOVOLTAICI.info

Giorgio RUFFINI

Tel. 342 1648029

Via Borsari 3

41013 Castelfranco Emilia

MODENA

Fax. 027 003 1116

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lunedì 28 marzo 2011

ENERGIA: PRESTIGIACOMO, DECRETO RINNOVABILI ENTRO META' APRILE



(AGI) - Milano, 28 mar. - Il decreto del Governo sulle fonti rinnovabili verra' emanato entro la prima decade di aprile. A dirlo e' il ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, durante un incontro a Palazzo Pirelli, a Milano. "La scorsa settimana - ha dichiarato - abbiamo concluso tutte le consultazioni. Oggi c'e' l'ultimo incontro tecnico con la conferenza Stato-Regioni. Credo che entro la prima decade di aprile termineremo il lavoro ed emaneremo il decreto ministeriale che dovra' rispettare quanto votato all'unanimita' sia alla Camera che al Senato". In particolare, sottolinea Prestigiacomo, "vanno salvaguardati gli investimenti in corso e quindi la' dove si parla di impianti in esercizio si dovranno intendere gli impianti posati e non solo allacciati alla rete.
  Questo consentira' di superare una serie di problemi che non dipendono da chi ha fatto gli investimenti". Quindi, "nei successivi sei mesi - continua l'esponente del Governo - occorre prevedere una diminuzione molto lieve degli incentivi per non penalizzare gli investimenti in corso, quindi anche quelli programmati col vecchio regime e non conclusi a fine maggio". Poi, dal 2012, "si procedera' con uno scalone sugli incentivi, senza fissare un tetto in megawatt annuali ma fissando un tetto complessivo in milioni di euro fino alla fine degli incentivi". Per il ministro si tratta del "modello tedesco di flessibilita' annuale. Quello che tutti gli osservatori ci chiedono e' di non fissare limiti di megawatt annuali". Insomma, "mai come ora il Governo intende sostenere le fonti rinnovabili, adeguando gli incentivi nazionali alla media europea", perche' gli incentivi nel nostro Paese "prima erano sovradimensionati". Un'operazione, conclude il ministro, fatta "per evitare speculazioni e per valorizzare la filiera senza che fondi stranieri approfittino di un incentivo nazionale alto".

venerdì 25 marzo 2011

Rinnovabili: pronto conto energia, arrivano nuovi incentivi


(ANSA) - ROMA, 25 mar - E' pronto il quarto conto energia, il provvedimento che conterra' i nuovi incentivi alle rinnovabili.

E' quanto si apprende da fonti di settore che spiegano che il testo e' ancora in mano ai dirigenti del Ministero dello Sviluppo Economico, ma potrebbe approdare presto sul tavolo dei ministri Paolo Romani e Stefania Prestigiacomo che vareranno l'apposito decreto ministeriale.

I nuovi incentivi dovrebbero entrare in vigore dopo il 30 giugno.(ANSA).

giovedì 24 marzo 2011

Economia domestica: la bolletta della luce. Ecco cosa paghiamo veramente



L'energia è cara, ce ne accorgiamo ogni volta che dobbiamo pagare la bolletta “della luce”, ma sappiamo quali sono le voci che compongono la nostra fattura?.
E’ facile intuire che la parte maggiore del costo è legata al petrolio: il greggio pesa infatti poco più della metà del costo totale della bolletta, pari a circa 250 euro annui a famiglia.
E il resto? Come spesso accade in Italia, le altre voci sono legate a tasse (64,5 euro), costi di trasporto-distribuzione (64,4 euro) e oneri vari (38 euro); tra questi, anche quelli per l'addio al nucleare che ancora ci trasciniamo da più di 20 anni. Veramente incredibile!!!!
Tutta questa serie di voci porta la bolletta annua a 464 euro.
I dati sono quelli dell’Autorità per l'energia che ha fatto la radiografia alla bolletta elettrica prendendo come esempio un utente con consumi pari a 2.700 kwh, 3 kw di potenza installata. Analizziamo le varie voci.
  • PETROLIO
Per l'energia prodotta e importata si spende circa 297 euro annui (il 64% del totale). Tolti circa 47 euro per commercializzazione, dispacciamento e per una componente legata agli aggiornamenti trimestrali delle tariffe, il restante 54% è il prezzo dell'energia vero e proprio. In valore assoluto: 250 euro annui.
  • TASSE
Tasse e costi di rete assorbono quasi il 30% della spesa elettrica totale. Per quanto riguarda le imposte, tra Iva (9,1%), accise (1%) e addizionale comunale (3,8%) se ne vanno 64,55 euro, pari al 13,9% della spesa complessiva. I costi per trasporto, distribuzione e misura consumi, pressochè incomprimibili, ammontano ad altri 64,45 euro l'anno e rappresentano il 13,89% della bolletta.
  • ONERI
Gli oneri rappresentano l'8,2% della spesa totale e si traducono in circa 38 euro l'anno a famiglia in bolletta. Le voci che li compongono sono molteplici: la più consistente è quella destinata agli incentivi per le fonti rinnovabili e assimilate, pari al 62% del totale degli oneri (circa 24 euro annui).
Ma si contabilizzano anche il sostegno alla ricerca, i regimi tariffari speciali concessi a particolari soggetti (industrie energivore, ferrovie, ecc.) o la copertura per la fornitura di energia alle isole minori.
Infine c’è una voce che è più “dura da digerire”: i costi legati allo smantellamento delle 4 centrali atomiche di Latina, Trino Vercellese, Caorso e Garigliano. I costi riguardano gli oneri verso le imprese per le interruzioni dei contratti, dismissione delle centrali, chiusura del ciclo del combustibile nucleare.
Attualmente, in termini di tariffa media nazionale, questa componente vale 420 milioni di euro annui. Inoltre, per compensare comuni e province in cui sono presenti rifiuti nucleari, si pagano altri 60 milioni di euro l'anno.
Oggi l'entità della spesa per il singolo utente è limitata: circa 8,5 euro in un anno, ma se calcoliamo che è un peso che si trascina dal 1988, il malumore cresce.
A conti fatti, fino al 2007 sono stati riconosciuti per lo più a Enel, ma anche ad altre società appaltatrici, 15 miliardi di lire per le riconversioni delle centrali e le interruzioni delle commesse, 680 miliardi di lire per lo smantellamento degli impianti nucleari e circa 1 miliardo di euro a Sogin, società creata per la gestione del dopo nucleare e delle scorie.

FACCIAMO DUE CONTI:

- Potenza Installata (Fonte GSE) al 30 marzo 2011: 4. 140 850 kW
- Produzione media in Italia 1300 kWh/kW: 4.140.850 * 1300 = 5.383.105.000 kWh... arrotondiamo a 5,5 TWh
- Fabbisogno energetico Italiano: 350 TWh: i "Nostri" 5,5 TWh pesano dunque per l'1,57%
-Costo medio incentivo 0,40 €/kWh per i 5.500.000.000 kWh = circa 2.200.000.000
- Costo energetico nazionale stimato (350 Twh* 0,20 €) è circa 70 mld di €, di cui i 2,2 mld di € di incentivo pesano per il 3,14%
- Costo medio annuo di una bolletta al cittadino: 600 € --> costo delle rinnovabili annuo attuale: meno di 19 € che al mese è pari a 1,6 €
PRATICAMENTE MENO DEL COSTO DI 1 LITRO DI BENZINA!!!!!!!!!
Però a sentire il Ministro Romani...il FOTOVOLTAICO STA GRAVANDO ECCESSIVAMENTE SULLE SPESE DEI CITTADINI!!!!

mercoledì 23 marzo 2011

l’incentivazione della produzione energetica da fonti rinnovabili


Come tutti ormai sanno il decreto di ricezione della Direttiva 2009/28/CE per l’incentivazione della produzione energetica da fonti rinnovabili sta creando molti problemi sia al settore industriale coinvolto, sia in termini occupazionali; la paura più grande è quella che deriva dall’incertezza dei nuovi incentivi (quelli vecchi saranno validi solo per impianti fotovoltaici entrati in esercizio entro il 31 maggio 2011) a fronte della quale, ovviamente le banche non garantiscono più finanziamenti.

Ma quale doveva essere il compito di questo decreto? Era veramente quello di creare instabilità ed incertezza in un settore tutt’altro che in crisi? Certamente no, infatti la realtà è che tale decreto, che avrebbe dovuto incentivare la produzione energetica da fonti rinnovabili come appunto il fotovoltaico (cioè il sole), paradossalmente ha generato esattamente l’effetto contrario in quanto ad oggi, anche se il governo ha promesso che a breve saranno pronti i nuovi incentivi di cui comunque ancora non si sa nulla di preciso, praticamente questa filiera è ferma.

Ma allora perchè è stata creata una situazione del genere? Il governo riconduce le motivazioni di questa scelta al fatto che i vecchi incentivi, stavano costando troppo in bolletta, e che quindi bisognava accostarsi ai target europei per incentivi del genere.

Incredibile! Un governo italiano che si preoccupa del costo eccessivo delle bollette, sembrerebbe un comportamento virtuoso. In realtà per tutti coloro che si sono presi la briga di andare a vedere quali altre voci vengono aggiunte in bolletta (quella della corrente elettrica) è facile capire che questo comportamento di virtuoso non ha proprio nulla.

Infatti ad oggi nella bolletta della corrente elettrica degli italiani vi sono ancora alcune voci che paghiamo da decenni ed altre che sarebbe giusto e bello pagare se solo fossero destinate a ciò per cui erano state pensate.

Sto parlando del Cip6. Per chi non lo sapesse il Cip6 è un provvedimento datato 1992 del Comitato Interministeriale prezzi che praticamente nasceva inizialmente come incentivazione alla produzione energetica da fonti rinnovabili, solo che poco prima del suo varo definitivo dopo la parola “rinnovabili” ne furono aggiunte altre due tutt’altro che innocue che sono “e assimilate”.

Questo a fatto si che circa il 7% della bolletta che avrebbe dovuto essere destinato alle fonti rinnovabili per la quasi totalità è andato invece a finire nelle mani di persone che con l’energia pulita non hanno nulla a che fare (petrolieri eccetera).

Ora le domande sorgono spontanee, si può ancora incentivare un modo di produrre energia da fonti fossili (peraltro estremamente inquinanti) alle quali non sono rimasti più di 60 anni di vita, e per le quali ovviamente in futuro non ci si potrà aspettare niente altro che un aumento dei loro costi? Ovviamente no, è necessaria una politica energetica vera.

Il morale della favola è molto semplice, si vuole far passare l’idea che produrre gran parte dell’energia di cui abbiamo bisogno dalle fonti rinnovabili è troppo costoso, quando evidentemente questi ipotetici costi maggiori si potrebbero abbattere destinando al rinnovabile quella parte di bolletta che ogni mese viene pagata da tutti e che però finisce in barili di petrolio.

La realtà è che per la luce del sole (fotovoltaico), il vento (eolico) e la terra (geotermico) non si possono chiedere soldi a nessuno, mentre con il nucleare (che il governo vorrebbe sostituire al petrolio quasi finito) si aprirebbero per il soliti noti nuovi fronti di speculazione sempre a discapito delle tasche e della salute di tutti noi.

domenica 20 marzo 2011

Rinnovabili, il Ministro Romani ha incontrato gli operatori

Il Ministro Prestigiacomo conferma nuovi incentivi da giugno. La Camera impegna il Governo a definire al più presto i nuovi incentivi

18/03/2011 - Si è svolto questo pomeriggio l’incontro tra il Ministro dello Sviluppo Economico, Paolo Romani, e gli operatori del settore delle energie rinnovabili, per discutere dei provvedimenti attuativi del Decreto Rinnovabili.


Al tavolo, programmato per martedì scorso e poi rinviato, erano presenti GSE, Enel, Terna, l’Associazione Bancaria Italiana (ABI), Confindustria GIFI e alcune associazioni imprenditoriali delle rinnovabili.

Secondo le indiscrezioni diffuse su Facebook da SOS Rinnovabili, l’ipotesi proposta dal Ministero è quella di fissare un tetto alle risorse economiche da destinare al fotovoltaico e di tagliare del 50% gli incentivi a partire dal 1° gennaio 2012. Nel 2017 dovrebbe essere raggiunta la grid parity.


L’INCONTRO DEL MINISTRO PRESTIGIACOMO CON GLI OPERATORI
“Mentre il mondo intero, a partire dalla tragedia giapponese, accelera il passo sulle rinnovabili, l'Italia strangola il settore delle energie pulite e sicure. La volontà del Governo è quella di chiudere il fotovoltaico: da ieri sera questa scelta è stata anche dichiarata a chiare lettere nell’incontro delle associazioni dei produttori con il Ministero dell’Ambiente”. Lo ha dichiarato il presidente di Asso Energie Future, Massimo Sapienza, all’indomani dell’incontro con il Ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, svoltosi mercoledì scorso.

“Nell’incontro di ieri sera - ha detto Sapienza - il ministero dell’Ambiente ha espresso la sua volontà fissare una nuova tariffa a partire da giugno, con incentivi che escludono gli impianti solari medi e grandi, tagliando così fuori non solo l’industria che sta cercando di sopravvivere assieme ai suoi 150.000 lavoratori, ma anche le aziende agricole e artigianali che in questi mesi hanno investito nel fotovoltaico”. Sapienza, giudica l’incontro “un flop” in cui il Ministero ha escluso qualsiasi contrattazione: “il tetto degli 8.000 megawatt sarebbe già stato raggiunto (secondo i calcoli inesatti e contestati in varie sedi del GSE) e questo taglia il contributo italiano alla partita dell’energia pulita”.

LA CAMERA APPROVA UNA MOZIONE PRO-RINNOVABILI
Mercoledì scorso la Camera ha approvato una mozione unitaria sulle fonti rinnovabili. Montecitorio chiede al Governo di convocare immediatamente un tavolo di confronto con tutti gli operatori del settore delle rinnovabili, per definire al più presto un nuovo sistema di incentivi, di non lasciare nell’incertezza il settore delle energie rinnovabili e di emanare entro la prima decade di aprile il provvedimento attuativo del Decreto Rinnovabili. Viene chiesto, inoltre, di fare salvi gli investimenti già avviati sulla base del precedente quadro normativo e di prevedere che la riduzione nel tempo degli incentivi tenga conto di congrui tempi di transizione.

Altra richiesta è quella di definire un sistema di incentivazione che garantisca una prospettiva di crescita di lungo termine per il fotovoltaico. Nella rideterminazione degli incentivi, il Governo dovrà  tenere in considerazione, oltre alla loro sostenibilità, gli investimenti già effettuati per la realizzazione di impianti fotovoltaici, il miglioramento dell’efficienza energetica in edilizia e l’opportunità di prevedere meccanismi di adeguamento degli incentivi alle dinamiche dei costi delle tecnologie e degli impianti, e a prevedere una riduzione degli incentivi secondo la maggiore potenza degli impianti.

Viene chiesto, ancora, di favorire la realizzazione di impianti integrati su edifici e manufatti, salvaguardando il territorio agricolo dalle speculazioni, di ridurre progressivamente gli incentivi fino al raggiungimento della grid parity, di favorire la filiera corta delle bioenergie, di sostenere la ricerca e lo sviluppo tecnologico del settore fotovoltaico.

“È estremamente positivo che sullo sviluppo delle fonti rinnovabili la Camera abbia trovato l'intesa su una mozione unitaria di maggioranza e opposizione, che è stata pienamente condivisa dal Governo”. Così il Ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo ha commentato la mozione. “Il documento - ha proseguito - rappresenta un elemento di grande stimolo e di sostegno ad una politica energetica nell’ambito della quale lo sviluppo delle fonti rinnovabili rappresenta un preciso impegno del Governo, alla luce dei trattati internazionali sottoscritti, che impongono all’Italia di raggiungere il 17% di energia prodotta da rinnovabili entro il 2020, ma anche nella considerazione che è importante sviluppare nel nostro paese la filiera dell’energia pulita, assecondando tecnologie che guideranno lo sviluppo energetico del futuro. Le indicazioni del Parlamento - ha concluso Prestigiacomo - aiuteranno il Governo a definire entro breve tempo un sistema di promozione delle energie rinnovabili che sia equo, in linea con gli standard europei e capace di sostenere adeguatamente un settore in grande espansione, capace di dare risposte importanti al paese sia sotto il profilo energetico che sotto il profilo occupazionale”.

Secondo Ermete Realacci, responsabile green economy del PD, “è positivo che il Parlamento abbia approvato la mozione unitaria che impegna il Governo a rivedere drasticamente il decreto legislativo sulle rinnovabili che nella forma attuale è una mannaia sull’intero settore e rischia di mandare in rovina migliaia di imprese e di addetti ai lavori. Ci auguriamo - ha aggiunto - che questa volta le indicazioni che arrivano dal Parlamento non vengano stravolte dal Governo come è accaduto con l'attuale decreto”.


L’INCONTRO DI FORZA DEL SUD CON IL MINISTRO ROMANI
Una delegazione di Forza del Sud, guidata dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianfranco Miccichè, ha incontrato questa mattina il Ministro Romani. Lo comunica, in una nota, l’Ufficio stampa di Forza del Sud. “Siamo molto soddisfatti - dice Miccichè -, abbiamo analizzato con attenzione la situazione e individuato delle soluzioni per consentire alle piccole e medie imprese del Sud che hanno investito nel settore delle rinnovabili di poter guardare al futuro con maggiore ottimismo.  Auspichiamo - aggiunge - che il decreto attuativo sul fotovoltaico possa essere presentato nel più breve tempo possibile, e trovi la piena condivisione da parte di tutti gli operatori del settore”.

venerdì 18 marzo 2011

Nucleare, il Governo tira il freno. Romani: 'Fermiamoci un attimo' i ministri dell'Energia euro


Convocati per lunedì i Ministri per l' energia europei , 17 marzo, 20:31 

BORGO SABOTINO (LATINA), 17 MAR - Il governo tira il freno a mano sul nucleare. Incalzato dal disastro giapponese e da un dibattito sempre piu' acceso, l'esecutivo affida al ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani, cui fanno eco le prese di posizione di Berlusconi, Bossi e, ancora di piu', della Prestigiacomo (''e' finita, bisogna uscirne''), il compito di togliere il piede dall'acceleratore dell'atomo. Romani ha scelto un contesto energetico, l'inaugurazione del cavo sottomarino Lazio-Sardegna di Terna, per giocare la carta della prudenza: ''Quello che e' successo in Giappone, un momento di riflessione lo deve dare'', ha detto, invitando il ''sistema Paese, il governo, i tecnici a fermarsi un attimo e capire cosa sia meglio fare''.
Nessun dettaglio temporale su questa ''pausa di riflessione'', che ''deve consentire di capire cosa sta accadendo'' e in particolare se gli stress test sulle vecchie centrali decisi dall''Europa ''diano sicurezza e informazioni''. In ogni caso, ha concluso ribadendo la propria ferma convinzione sull'opportunita' della scelta nucleare, ''non si possono fare scelte che non sono condivise da tutti''. Se quella di Romani e' una frenata, di vera e propria marcia indietro si puo' parlare per il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo: ''E' finita, non possiamo mica rischiare le elezioni per il nucleare'', e' il de profundis recitato dal ministro nei corridoi di Montecitorio. Adesso ''bisogna uscirne, ma in maniera soft. Ora non dobbiamo fare niente. Si decide tutto tra un mese''. I segnali mandati dai due ministri sono abbastanza chiari, ma prima di prendere decisioni e' la sicurezza che va messa al centro. Lo avrebbe detto anche il premier Silvio Berlusconi, convinto che, in questo momento, ci si debba affidare all'Unione europea. In ogni caso, ha avvertito Bossi senza entrare nel merito delle dichiarazioni di Romani sulle centrali, che a questo punto sembrano sempre piu' lontane, ''decide il territorio''.

martedì 15 marzo 2011

Rubbia: "L'errore nucleare Il futuro è nel sole"



Parla il Nobel per la Fisica: "Inutile insistere su una tecnologia che crea solo problemi e ha bisogno di troppo tempo per dare risultati". La strada da percorrere? "Quella del solare termodinamico. Spagna, Germania e Usa l'hanno capito. E noi..." 

ROMA - Come Scilla e Cariddi, sia il nucleare che i combustibili fossili rischiano di spedire sugli scogli la nave del nostro sviluppo. Per risolvere il problema dell'energia, secondo il premio Nobel Carlo Rubbia, bisogna rivoluzionare completamente la rotta. "In che modo? Tagliando il nodo gordiano e iniziando a guardare in una direzione diversa. Perché da un lato, con i combustibili fossili, abbiamo i problemi ambientali che minacciano di farci gran brutti scherzi. E dall'altro, se guardiamo al nucleare, ci accorgiamo che siamo di fronte alle stesse difficoltà irrisolte di un quarto di secolo fa. La strada promettente è piuttosto il solare, che sta crescendo al ritmo del 40% ogni anno nel mondo e dimostra di saper superare gli ostacoli tecnici che gli capitano davanti. Ovviamente non parlo dell'Italia. I paesi in cui si concentrano i progressi sono altri: Spagna, Cile, Messico, Cina, India Germania. Stati Uniti".

La vena di amarezza che ha nella voce Carlo Rubbia quando parla dell'Italia non è casuale. Gli studi di fisica al Cern di Ginevra e gli incarichi di consulenza in campo energetico in Spagna, Germania, presso Nazioni unite e Comunità europea lo hanno allontanato dal nostro paese. Ma in questi giorni il premio Nobel è a Roma, dove ha tenuto un'affollatissima conferenza su materia ed energia oscura nella mostra "Astri e Particelle", allestita al Palazzo delle Esposizioni da Infn, Inaf e Asi.

Un'esibizione scientifica che in un mese ha già raccolto 34mila visitatori. Accanto all'energia oscura che domina nell'universo, c'è l'energia che è sempre più carente sul nostro pianeta. Il governo italiano ha deciso di imboccare di nuovo la strada del nucleare.

Cosa ne pensa?
"Si sa dove costruire gli impianti? Come smaltire le scorie? Si è consapevoli del fatto che per realizzare una centrale occorrono almeno dieci anni? Ci si rende conto che quattro o otto centrali sono come una rondine in primavera e non risolvono il problema, perché la Francia per esempio va avanti con più di cinquanta impianti? E che gli stessi francesi stanno rivedendo i loro programmi sulla tecnologia delle centrali Epr, tanto che si preferisce ristrutturare i reattori vecchi piuttosto che costruirne di nuovi? Se non c'è risposta a queste domande, diventa difficile anche solo discutere del nucleare italiano".

Lei è il padre degli impianti a energia solare termodinamica. A Priolo, vicino Siracusa, c'è la prima centrale in via di realizzazione. Questa non è una buona notizia?
"Sì, ma non dimentichiamo che quella tecnologia, sviluppata quando ero alla guida dell'Enea, a Priolo sarà in grado di produrre 4 megawatt di energia, 1 mentre la Spagna ha già in via di realizzazione impianti per 14mila megawatt e si è dimostrata capace di avviare una grossa centrale solare nell'arco di 18 mesi. Tutto questo mentre noi passiamo il tempo a ipotizzare reattori nucleari che avranno bisogno di un decennio di lavori. Dei passi avanti nel solare li sta muovendo anche l'amministrazione americana, insieme alle nazioni latino-americane, asiatiche, a Israele e molti paesi arabi. L'unico dubbio ormai non è se l'energia solare si svilupperà, ma se a vincere la gara saranno cinesi o statunitensi".

Anche per il solare non mancano i problemi. Basta che arrivi una nuvola...
"Non con il solare termodinamico, che è capace di accumulare l'energia raccolta durante le ore di sole. La soluzione di sali fusi utilizzata al posto della semplice acqua riesce infatti a raggiungere i 600 gradi e il calore viene rilasciato durante le ore di buio o di nuvole. In fondo, il successo dell'idroelettrico come unica vera fonte rinnovabile è dovuto al fatto che una diga ci permette di ammassare l'energia e regolarne il suo rilascio. Anche gli impianti solari termodinamici - a differenza di pale eoliche e pannelli fotovoltaici - sono in grado di risolvere il problema dell'accumulo".

La costruzione di grandi centrali solari nel deserto ha un futuro?
"Certo, i tedeschi hanno già iniziato a investire grandi capitali nel progetto Desertec. La difficoltà è che per muovere le turbine è necessaria molta acqua. Perfino le centrali nucleari in Europa durante l'estate hanno problemi. E nei paesi desertici reperire acqua a sufficienza è davvero un problema. Ecco perché in Spagna stiamo sviluppando nuovi impianti solari che funzionano come i motori a reazione degli aerei: riscaldando aria compressa. I jet sono ormai macchine affidabili e semplici da costruire. Così diventeranno anche le centrali solari del futuro, se ci sarà la volontà politica di farlo".

 FONTE : La Repubblica .it

lunedì 14 marzo 2011

Decreto Rinnovabili: presto Quarto Conto Energia


Nessun correttivo al Decreto Rinnovabili: Quarto Conto Energia tra due settimane secondo il ministro Romani, nonostante le proteste delle Pmi e gli appelli delle imprese del Fotovoltaico e delle Associazioni green.
Il Decreto sulle Rinnovabili resta così com'è: a nulla sono valsi appelli e proteste di imprese e associazioni di categoria. Lo conferma il Ministro dello Sviluppo economico Paolo Romani, che aggiunge: entro due settimane arriverà il Quarto Conto Energia. Dunque, si passerà direttamente per un nuovo decreto attuativo che sostituirà il precedente Conto Energia e conterrà i nuovi incentivi per Fotovoltaico & C.
«Il Terzo Conto Energia è stato fermato al 31 maggio» ribadisce Romani. Non è previsto alcun periodo transitorio il nuovo decreto sarà in vigore a partire dal 1° giugno.
Il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi si è così espresso sul tema: il Quarto Conto Energia «consentirà alle aziende del settore la programmazione di investimenti per un mercato maturo di lungo periodo in vista degli obiettivi europei per il 2020».
A favore dell'operato del Governo si è schierato anche il presidente di Assocarta Paolo Culicchi, definendo scandalosa e faziosa la «campagna di disinformazione» alla quale stiamo assistendo. «Non possiamo mantenere un sistema di incentivi palesemente superiore del 30%-40% a quelli degli altri paesi europei, Francia e Germania in primis». Dello stesso parere anche il presidente della Piccola industria di Confindustria, Vincenzo Boccia, anch'egli concorde con il fatto che una razionalizzazione del vecchio sistema di incentivi, fin troppo generoso, era necessaria per evitare di penalizzare la competitività del nostro Paese. Per Agostino Conte del comitato Energia di Confindustria il decreto Romani va in questa direzione, senza generare distorsioni al mercato.
Parole che non sembrano tranquillizzare le imprese del settore, che stanno vivendo un periodo di grande incertezza, nel timore che la nuova normativa paralizzi lo sviluppo delle fonti rinnovabili in Italia. Rischio più volte sottolineato da Anev, Assosolare, Assoenergie Future, Aper, Gifi e Ises Italia. A sostegno delle ragioni esposte dalle Associazioni le parole del presidente di Unindustria Bologna Maurizio Marchesini: «centinaia di piccole e medie imprese industriali e di altri settori hanno subito effetti immediati e devastanti, con danni incalcolabili in soli pochi giorni».
Intanto è atteso per domani l'incontro tra il Ministro dello Sviluppo Economico Paolo Romani e aziende del comparto Energie Rinnovabili, associazioni di consumatori, gestori di rete e settore bancario.

domenica 13 marzo 2011

Agevolazioni tariffarie alle Imprese



Oscillazione del tasso di premio - oscillazione per prevenzione

OSCILLAZIONE PER PREVENZIONE (art. 24 M.A.T.)
L’INAIL premia con uno “sconto” denominato “oscillazione per prevenzione”, le aziende, operative da almeno un biennio, che eseguono interventi per il miglioramento delle condizioni di sicurezza e di igiene nei luoghi di lavoro, in aggiunta a quelli minimi previsti dalla normativa in materia (D.Lgs. 81/2008 e successive modifiche e integrazioni).
A cosa serve
L’ “oscillazione per prevenzione” riduce il tasso di premio applicabile all’azienda, determinando un risparmio sul premio dovuto all’INAIL.
In base al decreto ministeriale 3 dicembre 2010, che ha riscritto il testo dell'articolo 24 del D.M. 12.12.2000, la riduzione di tasso è riconosciuta in misura fissa, in relazione al numero dei lavoratori-anno del periodo

Chi può beneficiarne
Su domanda, tutte le Aziende in possesso dei requisiti per il rilascio della regolarità contributiva ed assicurativa ed in regola con le disposizioni obbligatorie in materia di prevenzione infortuni e di igiene del lavoro (pre-requisiti).
In aggiunta, è necessario che l’azienda abbia effettuato, nell’anno precedente a quello in cui chiede la riduzione una delle due seguenti opzioni:
ü  interventi di miglioramento nel campo della prevenzione degli infortuni e igiene del lavoro e, precisamente, un intervento di particolare rilevanza tra quelli indicati nella Sez. A del modello di domanda 
      Vedi:
       INAIL
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